a cura di Bernd Noack, il 14/09/2008
Apre i battenti al pubblico oggi domenica 14 settembre nelle sale di Palazzo Pesaro Papafava di Venezia la mostra “La Sostenibile Leggerezza dell'Essere – La Metafora dello Spazio. Den Raum beleben”, progetto curato dal Direttore del Museo d’arte Moderna Metropole di Saint-Etienne, Lorand Hegyi e Davide Di Maggio, Direttore della Fondazione Mudima.
L’esposizione, inserita come evento collaterale alla 11a Mostra di Architettura di Venezia, affronta il tema del Den Raum beleben - ridare nuova vita allo spazio, presentando, quali esempi paradigmatici, sedici artiste contemporanee impegnate nella differente interpretazione dello spazio come contesto umano socioculturale, sulla base della loro personalissima esperienza.
Il luogo non è solo quello fisico, ma anche quello culturale: porre attenzione al luogo significa porre attenzione al paesaggio, al contesto, al territorio, ma anche alle sensazioni, alle nozioni, alle percezioni multisensoriali che esso suscita.
Sedici le artiste invitate, tra le più importanti a livello internazionale, che si confronteranno sul tema dell’architettura: Marina Abramovich - Eija Elisa Athila - Maja Bajevic - Renata Boero - Letizia Carriello - Danica Danic - Gloria Friedman - Siobhan Hapaska - Candida Hoefer - Oda Jaune - Tessa Manon de Uyl - Sabrina Mezzaqui - Yoko Ono - Anila Rubiku - Katharina Sieverding - Francesca Woodman svilupperanno il loro speciale progetto artistico nell’interpretazione della funzionalità dello spazio e dei suoi referenti antropologici e politici elaborando in questo processo la tradizione culturale, la memoria e la storia, i sistemi di linguaggio convenzionale e le nuove attuali sfide, il corpo umano e la sua energia, creando una nuova costellazione nella quale i contesti mentali, metafisici e simbolici si fondono con concrete, personali e molto spesso emozionali esperienze di micro-narrativa.
La mostra suggerirà molteplici letture dell’occupazione artistica dei luoghi, con attenzioni e focalizzazioni molto diverse, partendo dal presupposto che non esista una diversità tra il fuori, il contesto, e il dentro, l'io dell'individuo ma un paesaggio interiorizzato, riconiugato, dove si ricreano le condizioni di vivibilità di spazi usati con l’obiettivo di andare oltre l'ambito puramente disciplinare dell'architettura e di intendere gli elementi in funzione della fisicità materiale, delle dimensioni geometriche, della tattilità, e porre le basi per sottolineare gli effetti di rumore, di luce, di colore, in uno spazio che viene attraversato e reso domestico sia in senso fisico che mentale.
Le artiste occuperanno le stanze dell'antico Palazzo Pesaro Papafava per ridefinire la funzionalità e il linguaggio e “contamineranno” lo spazio con i loro lavori conferendogli “nuova vita” fino ad alterare la percezione architettonica degli interni e degli esterni. Gli ambienti del palazzo dunque non saranno più solo freddi contenitori di opere ma ne diventeranno parte integrante.
I lavori esposti rappresentano le varie declinazioni delle discipline artistiche: molti i video e le performances, dove il carattere effimero, la vitale utilizzazione del tempo e del corpo, l’ambiente e l’immediato contesto fisico determinano la pratica artistica. Altrettanti i lavori incentrati sulla reinterpretazione del disegno, della pittura, della fotografia, della scultura dove l’immediata presenza dei materiali definisce l’argomentazione visuale.
La ricca eterogeneità e la polifonia linguistica dei lavori proposti corrisponde al reale stato della sensibilità e multi-identità contemporanea che si riflette nell’inevitabile approccio fatalistico e realistico del commento artistico della micro-narrativa nei giorni nostri.
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Diretta da Aaron Betsky e organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta, apre al pubblico il prossimo 14 settembre (la vernice avrà luogo nei giorni 11, 12 e 13 settembre 2008) all’Arsenale e ai Giardini di Venezia l’11. Mostra Internazionale di Architettura , intitolata “...